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Zelensky strane mosse, Facebook segue: Governo/de Luca e digitalizzazione

Mar 23 2022

Zelensky strane mosse, Facebook segue: Governo/de Luca e digitalizzazione

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Il giornalista Livio Varriale, visionario creatore di una realta’ televisiva napoletana di qualita’ oggi ceduta, analizza la geopolitica e l’economia con la guerra e gli svarioni governativi verso la Campania, su questo editoriale scoppiettante che slatentizza fatti inusitati e che destano sgomento:”14 marzo pubblico un post dove si evince che il criminale di guerra Ucraino e noi italiani stiamo finanziando l’esercito che guida la resistenza che ha inglobato i neonaZisti.

Che l’attuale presidente non solo vitupera la memoria delle vittime della Shoah, da cui lo stato di Israele ha preso NETTAMENTE le distanze, ma ha anche affidato la comunicazione governativa, giornali e contenuti web, ad una No-Profit americana nata per fomentare le rivolte civili in Ucraina dal 2014.

Che il presidente è di religione Ebraica ed ha annesso nel suo esercito estremisti di destra affiliati al nazismo tollerandoli e servendosi per destabilizzare l’area che oggi figura tra le cause dell’invasione russa.

Che il criminale di guerra si sta prestando ad un gioco ben chiaro dei suoi padroni che più volte ha provato a favorire in questi anni di governo con privatizzazioni così spudoratamente chiare che i suoi stessi ministri sono stati richiamati più volte a tutelare l’interesse nazionale.

Che la guerra che devasta il suo paese non solo non è sufficiente, ma più volte cerca di coinvolgere tutto l’occidente con la scusa di una finta democrazia.

Che l’Euro sta perdendo sul dollaro e l’acquisto di petrolio risulta più caro

Grazie a lui abbiamo scoperto: Che esistono i NaZ***i buoni . Che la censura dei social in realtà è propaganda. Che la propaganda tollera anche l’impiego di minori in guerra, anzi li esalta. Che l’Europa cede armi a un presidente incompatibile con gli standard europei perchè anche lui parte di un giro di corruzione internazionale. Vogliamo parlare del fatto che costringe gli uomini over 18 a non uscire dal paese perchè devono essere pronti a combattere? Peccato che gli uomini provano “vergogna” nel solo dire che vogliono andarsene, ma che se ne fregano se i russi vincono.

La verità come al solito sta nel mezzo, ma questo concetto non è tollerabile per chi sta provando a tutti costi di manipolare le nostre menti e qui abbiamo l’evidenza della censura. Una censura che può essere comprensibile nel luogo dove si svolge la guerra, ma non nel vecchio continente dove le persone devono poter esprimere dissenso verso la guerra, verso la vendita di armi e verso l’attività politica degli states che sta mandando in rovina mica loro, ma noi.

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Scatta un blocco di 7 giorni su questo social, poco prima di tre, e la colpa non è data conoscerla. Il quadro che si presenta nelle notifiche (allegato in foto) è un elenco di limitazioni temporali diverse su altrettanti funzioni. In poche parole, Facebook ha posto a un suo utente, un giornalista tra l’altro, quello che in gergo si definisce credito sociale. E se il giornalista si appella, l’autorisponditore dice in sintesi “approviamo la nostra decisione, ma se vuoi puoi fare ricorso al comitato indipendente”.

Il comitato indipendente di Facebook non solo si riunisce una volta ogni tanto, quindi non ripristina da subito il torto anche se si ha ragione, ma seleziona solo alcuni dei ricorsi: presa in giro dei social.

Alla fine uno manco si preoccupa e pensa “tanto si può vivere senza Facebook”. E invece ti trovi che nella sempre rossa Emilia Romagna, dove comanda un noto amminiatratore iper pubblicizzato, candidato ad essere tra i politici nazionali del futuro, se vorrai avere la casa popolare e conservarla avrai 50 punti sociali da non spendere perché altrimenti perderai l’allocazione.

Quando sento parlare di Anonymous impegnato nella guerra sorrido. Anonymous l’ho conosciuta direttamente ne 2017 circa e non erano a favore dell’imperialismo statunitense, anzi, secondo molti la componente russa al suo interno era molto influente e determinante nelle operazioni contro obiettivi USA.

Aspetto da non sottovalutare è che in questi anni con Anonymous abbiamo organizzato delle attività di segnalazione di contenuti pefofili in rete. Dai social ai siti accessibili da chiunque e vi posso assicurare che non c’era questo entusiasmo, soprattutto da parte delle piattaforme che impiegavano giorni a volte per rimuovere tali oscenità.

Poi c’è l’attivismo svolto per sensibilizzare i conflitti di Yemen, Myammar, Palestina: ignorati dal punto di vista internazionale.

Nel mentre gli attivisti di mezzo mondo hanno speso tempo e danaro in favore delle minoranze, Anonymous è emerso in un’altra veste con ampio risalto quando è scoppiata la rivolta del Black Lives Matter in USA, prendendo le parti non solo della popolazione afrodiscendente, ma anche del Partito Democratico statunitense impegnato nella campagna elettorale.

In quella occasione, il collettivo ha anche diffuso un documento giudiziario non corrispondente al vero, dando per certo l’interessamento di Trump nella vicenda del pedofilo Eipstein, che invece sappiamo essere stato amico di Clinton, Andrea e molti altri vicini alla sfera dei democratici.

Altro aspetto interessante è la discesa in campo adesso nella guerra informatica dove le operazioni di Anonymous appassionano tutti, ma udite udite è fuffa.

Innanzitutto sono tante le sigle che sfruttano la maschera per sferrare attacchi nonostante siano classificate dagli esperti e poi i danni provocati da Anonymous ad oggi sono finalizzati alla propaganda dove estrapolano dati, cosa già vista e rivista, oppure buttano giù i siti internet, addirittura 2000, della Russia e del suo governo.

Ovviamente chi legge questi numeri e non comprende la materia, può eccitarsi, ma vi faccio una domanda: Secondo voi è meglio buttare giù un sito od esfiltrare dei dati che ad ogni modo vanno poi tradotti per capirne la sensibilità oppure creare un file che se installato nel pc o in una rete distrugge tutti i dati?

Bene, ad oggi, notizia fresca fresca, la Russia conta 5 file di questo tipo che sono stati impiegati in guerra perchè hanno colpito determinati dati rendendo inoperabili molti servizi informatici. L’unico malware ucraino capace di fare le stesse cose è stato già svelato in fase di programmazione. Inoltre, con la scusa dei siti internet buttati giù, la Russia ha attuato il progetto di RuNet che cinturifica la rete Internet del paese in danno alla popolazione perchè crea un Internet sullo stesso livello del nostro, ma separato.

Vero, le attività di comunicazione, i tentativi fatti e riusciti nel sabotare i palinsesti televisivi del Cremlino hanno avuto un effetto positivo, ma su cosa? Su attività di propaganda che non hanno scalfito l’opinione russa.

Poi c’è da fare una considerazione, come fa Anonymous a disporre di una capacità di banda così importante per sferrare attacchi DDOS?

Qui è il nocciolo della questione e la risposta è molto semplice: non avrebbe potuto senza l’appoggio di agenzie governative.

Ecco, questa è diventata Anonymous. Puzza di CIA.

Facebook mi ha bloccato per due giorni.

Non ha gradito come ho risposto ad una domanda sotto a un mio post in cui si parlava di USA.

Vabbè, sono tornato!

Secondo l’Europa mancano due giorni alla fine dell’impeto bellico di Putin.

Io dico che armando gli ucraini stiamo invece mettendo la guerra al primo posto nei prossimi mesi.

Guai a far entrare un solo uomo estraneo alle nazionalità in conflitto sul campo di battaglia e soprattutto penso sia chiaro che questa guerra è stata premeditata dall’Occidente.

Dettaglio ancora più “interessante” è che un presidente ebreo combatta al fianco di soldati che sventolano la bandiera della Nato insieme a quella della svastica.

Così come si sta armando una popolazione civile che un domani conserverà le armi per immetterle nel circuito criminale.

Delude e anche molto, per fortuna, la guerra cibernetica più mediatica grazie ad Anonymous e meno distruttiva con azioni che avremmo potuto immaginare calcolando un potenziale rischio derivante dalla manomissione di strumenti sensibili come centrali nucleari o semplici mezzi di trasporto.

L’Occidente esercita le prime azioni di censura nei confronti della Russia, escludendo due testate russofone in Occidente, nascondendo più di una voce nel campo della libertà di espressione. Cresce invece la propaganda occidentale tra video vecchi e notizie false diffuse anche nei canali televisivi.

Addirittura in alcune università sono stati sospesi gli studenti russi dal frequentare i corsi, a cui si aggiungono molti sportivi.

Il sistema bancario internazionale ha bloccato sette istituti di credito di Mosca con la solita incoerenza di salvarne qualcuno per non perdere le quantità di gas necessarie a non bloccare energeticamente il vecchio continente. Questa potrebbe essere l’opportunità di un paese, quello russo, nel puntare esclusivamente sulla criptovaluta decentralizzando i suoi affari, costringendo anche gli altri a farlo se vogliono acquistare i beni di prima necessità.

Il Governo dei migliori ha impugnato l’ordinanza di chiusura delle scuole messa in piedi dal Governatore De Luca. Un atto che dimostra la totale incapacità dell’attuale Ministro ‘Tecnico’ Bianchi e del suo collega politico Brunetta.

Nel 2019, prima che la pandemia fosse nota a tutti, ho scritto Cultura Digitale, un manuale di sopravvivenza per genitori, figli e docenti le cui bozze erano nelle mani dell’attuale assessore Fortini.

Gli insegnanti sono stati inseriti nel titolo per dare quella giusta risonanza ad un tessuto sociale fondamentale per l’educazione dei cittadini del futuro sempre più digitali e distanti anni luce dalla scuola attuale: i nostri figli. Il libro non da’ una ricetta, ma prova a trovare una soluzione già sperimentata in altri paesi con i suoi pro ed i suoi contro, sia chiaro, ma che ha messo in moto più di un processo di innovazione a differenza nostra.

Ne ho parlato con l’allora Ministro Manfredi, che dopo pochi mesi ha aperto un dibattito sui quotidiani con Alessandro Baricco, facendo intendere che la strada giusta fosse quella di ripensare i modelli di insegnamento. Peccato che vi è stato un cambio alla guida dell’Italia con i cosiddetti migliori. Nei due anni della pandemia, la scuola è stata sollecitata più volte nel cambiare passo. Parlando con docenti, dirigenti scolastici e mamme, verificando io stesso sul campo, mi sono accorto che nulla è stato fatto e che le maggiori difficoltà dell’insegnamento a distanza sono derivate dall’incapacità di trasmettere cultura attraverso strumenti digitali: il libro come riferimento per delle lezioni in classe virtuali? Questa è la sintesi di come i migliori hanno ragionato in questi anni: facendo nulla, se non dare in appalto a Microsoft e Google la fornitura dei servizi della PA e della Scuola con la compiacenza dei Ministri della Digitalizzazione.

Quando vi dico che il mondo è pieno di migliori e quelli che conosciamo come tali non sono al Governo, ma a subire le scelte di una politica lungimirante solo ed esclusivamente per interessi oligarchici, mi riferisco a questo.

La Regione Campania ha fatto l’unica cosa possibile dinanzi ad una pandemia gestita con una narrazione di regime, ed i fatti degli ultimi giorni lo confermano, e cioè chiudere.

A chi spetta riformare la scuola? Al Governo che spende 200 miliardi per le generazioni future, infischiandosene della loro formazione e cultura. Se questa esigenza l’ho ravvisata da giornalista, scrittore e studioso dei fenomeni, sociali e criminali, legati al mondo digitale e sempre più insidiosi per i minori in età scolastica, come mai i migliori della classe non ci sono arrivati?

Come si può cambiare il mondo attuale con azioni di “Transizione” se non si ha una base già pronta ad affrontarla?

E’ giusto che a decidere il nostro modo di essere cittadini digitali sia deciso secondo un indirizzo Governativo scelto a tavolino con un manipolo di multinazionali?

Una politica nazionale si palesa oramai incapace di innovare prima se stessa ed il futuro del Paese che rappresenta e cosi’ a pagarne le conseguenze non siamo più noi adulti del presente, ma quelli del domani”.

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