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Europarlamentare contro il Nord

Nov 02 2022

Europarlamentare contro il Nord

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Piernicola Pedicini addita Un partito unico del Sud che sostituisca la finta opposizione del politically correct, impedisca al Governo di attuare l’autonomia differenziata, dando vita alla secessione dei ricchi, e faccia del Mezzogiorno la locomotiva d’Italia. Cronache di Napoli ha dato spazio a questa visione con un’apposita intervista. Il Sud si desta certamente non puntando su questioni frivole, come la nomenclatura di genere, il politically correct e amenità di questo tipo. Così si ottiene solo il risultato di far bollire il Governo sul fuoco della crisi, a scapito dei tantissimi cittadini che hanno il problema di mettere il piatto a tavola e a cui vengono negati sempre più diritti, a cominciare da quello alla salute. Siamo in un Paese in cui intere famiglie hanno perso anche l’unica entrata mensile con cui sopravvivevano e dove anche l’aspettativa di vita viene definita in base al luogo di residenza, ma nel quale chi ci dovrebbe rappresentare concentra il suo tempo nella definizione corretta del presidente del Consiglio donna. E’ un effluvio di critiche bilaterali velate, quelle del politico meridionale che traccia il solco di Enzo Rivellini, eurodeputato unico al mondo a profferire un discorso interamente in napoletano al parlamento europeo.

Al quesito multiplo su qual è la percezione dell’UE rispetto al governo Meloni? Il discorso alle Camere è servito a tranquillizzare i leader europei rispetto alla posizione italiana sulla politica estera? Pedicini ha replicato:”Non so quanto possa aver tranquillizzato i leader europei. So per certo che ha suscitato non poche preoccupazioni in chi, come me, dai banchi del Parlamento Europeo, si batte fin dal primo giorno a difesa degli interessi dei nostri concittadini, a partire da quelli residenti nel Sud del Paese. Quello che si profilava come un semplice annuncio elettorale, è purtroppo divenuto un rischio concreto con la volontà, espressa in aula dalla Meloni, di dar seguito al processo di autonomia differenziata. Volontà che fa il paio con la scelta di affidare alla Lega i ministeri di Economia, Infrastrutture e Autonomia regionale, segno evidente di una strategia tesa, ancora una volta, a sfavorire il Mezzogiorno, a beneficio delle regioni già ricche del Nord. E noi dobbiamo evitare a tutti i costi che questo avvenga. La prima battaglia fattiva e’ quella che stiamo portando avanti con i sindaci della Rete Recovery Sud, affinché venga rispettato il vincolo di destinazione del 40% del Pnrr. Con una petizione portata in Commissione, abbiamo già ottenuto l’impegno dell’Europa a vigilare sulla spesa in Italia dei fondi Next Generation Eu”. L’opposizione a Meloni per il politico interpellato va concretizzata con tantissime realtà associative e con il supporto di esponenti della società civile e di cittadini attivi da anni nella politica e nel sociale: Pedicini sta organizzando una forza politica che si faccia interprete dei reali bisogni delle persone, a partire dal Mezzogiorno. Un soggetto politico che faccia da contraltare a un governo che esprime ben 20 ministri del Centro-Nord Italia ed al partito unico del Nord, che è quello di governatori come Zaia, Fontana e dello stesso presidente emiliano Bonaccini, la cui unica priorità è un’autonomia differenziata senza regole che si identifica con una vera e propria secessione dei ricchi. Non si può parlare di autonomia in un Paese in cui i fondi vengono ancora distribuiti secondo il criterio della spesa storica e dove non c’è alcuna volontà di rivedere i livelli essenziali di prestazione. Dal Mezzogiorno sono pronti alla mobilitazione, a invadere le piazze, a farsi sentire in ogni contesto istituzionale. “Saremo noi la vera opposizione, in luogo di quelli che oggi vanno in cerca della migliore definizione di genere”. Afferma Pedicini. Il quale con la propria neonata fazione politica rimarca il pericolo di ulteriore sotrrazione dei fondi europei al Sud. “Lo andiamo denunciando da tempo. La quota del 40% al Sud esiste solo sulla carta. Il problema principale è la grave carenza di organico dei comuni e delle amministrazioni del Sud, dove le risorse umane, in relazione alla percentuale di residenti, sono la metà rispetto a quelle del Nord. Questo comporta un inevitabile gap nell’efficacia dei progetti e nella loro presentazione in tempi adeguati. La qual cosa e’ causata dalle prescrizioni europee sull’austerita’ finanziaria, come un cane che si morde la coda (n.d.r.).

“Penso che sia inaccettabile sentir parlare di Mezzogiorno d’Italia come l’hub dell’energia. Il Sud non può limitarsi a essere la presa della corrente d’Europa, per il sol fatto che ha il sole. Devono dare al Sud quello che gli spetta, ovvero investimenti in infrastrutture, reti ferroviarie e viarie, grandi opere. Abbiamo da offrire molto di più che sole e turismo”. Sferza il politico a proposito dei propositi energetici espressi da Meloni.

Le zone limitrofe del napoletano, nel perorare questa causa, espongono un primato italiano in termini di scolarizzazione, tasso culturale, disoccupazione e di conseguenza devianza sociale giovanile. In seguito alla chiusura di Auchan, della Manifattura tabacco, di centri meccanici legati alla Fiat di Pomigliano ed aerospaziali correlati con il centro di aviazione maggiore d’Italia trasferito recentemente da Napoli alla provincia di Milano, il territorio si ritrova industrialmente scarno.

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