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Guadagno massimo e reddito di cittadinanza: editore lancia l’iniziativa

Lug 26 2022

Guadagno massimo e reddito di cittadinanza: editore lancia l’iniziativa

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Sono molteplici i problemi che attanagliano l’Italia in questa fase storica, tra cui il denigrato e temutissimo reddito di cittadinanza, che si conforma ad una sorta di ghigliottina per i datori di lavoro, cui non corrisponde una cesura delle tasse ed un aumento degli investimenti pubblici teleologici alla possibilita’ di aumentare in modo sufficiente gli emolumenti ed il conseguente potere di acquisto: infatti con la spesa pubblica a deficit che ha caratterizzato l’Italia dell’espansione economica, diviene possibile mantenere bassi o ad ufo servizi pubblici essenziali come la sanita’, la scuola, l’universita’, suffragando il potere di acquisto derivante da pensioni ed emolumenti. Ma giacche’ e’ stato certificato quanto sia estremamente esigua la percentuale di imprenditori italiani che evadono il fisco e scoperto che l’avanzo primario italiano sia impiegato per pagare interessi speculativi su un debito detenuto incostituzionalmente all’estero, ebbene l’unico modo per legittimare totalmente un reddito di cittadinanza per indigenti, disoccupati o precari, senza gravare e fare concorrenza sleale alle industrie, consiste nella cesura delle tasse, e nell’egida finanziaria statale verso piccole, medie e grandi imprese. Insomma da dati economici nazionali ed internazionali si evince l’esigenza di tutelare aziende e classe media, binariamente ad impiegati e pensionati, con la finanza pubblica, in antitesi al redame vergato da Draghi che esortava una recisione dei finanziamenti pubblici e bancari alle piccole e medie imprese, con un’annessa ecatombe economico-finanziaria del Bel Paese.

Insieme al salario minimo, con l’appendice duplice del reddito di cittadinanza e del reddito universale, Fabio Duranti nelle vesti di imprenditore ed editore, ha auspicato una sorta di “stipendio/pensione/guadagno massimo, a latere degli attuali sistemi di assistenzialismo economico per i soggetti piu’ deboli. Dalla propria seguitissima emittente radiofonica digitale, analogica e televisiva, questo impavido editore oberato dal caro-bollette, costi di affitto, personale, gestione informatica e televisiva, alludeva l’onta dei macroguadagni a livello globale, deittici di depauperazione collettiva e scoptici verso imprenditori, liberi professionisti, dipendenti alle prese con costi, prezzi e tassazione crescenti. Cosi’ si deduceva l’attacco indiretto a soggetti del calibro di Bill Gates, Soros, Bezos, che manipolano le leve della circolazione monetaria a detrimento della maggioranza dei lavoratori e delle imprese, plasmando la produzione industriale ed indirizzando la politica globale in base ai propri interessi.

Secondo esami e statistiche indipendenti, oltre all’esigenza di leggi che regolamentino in modo equilibrato salari, pensioni, pagamenti minimi e guadagni e oligopoli massimi, per rilanciare repentinamente ed in modo non esiziale l’economia italiana sarebbe sufficiente abrogare la legge Dini del 1992, che in guisa anticostituzionale blocca l’adeguamento di stipendi e pensioni all’inflazione, e la legge Monti sul pareggio di bilancio, che taglia aprioristicamente la spesa pubblica, causando un innalzamento di tasse, costi e prezzi. Secondo tali calcoli un pensionato che oggi riceve un netto di 3000€, come un professionista apicale del settore pubblico negli anni 80/90, oggi riceverebbe circa 500€ in piu’, mentre un insegnante delle superiori attivo in quel periodo che oggi figura nonno costretto ad aiutare economicamente figli e nipoti, dai 1500€ di pensione ne riguadagnerebbe circa 2000. Infatti l’Italia in seguito al provvedimento Dini oggi all’acme delle posizioni in Corte Costituzionale, si contrassegna come membro europeo con salari e pensioni di minor crescita, e con minore potere d’acquisto, eccettuando la Grecia. Con il pareggio di bilancio inserito da Monti, e tacciato in modo recente ma reiterato di incostituzionalita’, lo stato italiano si ritrova nell’impossibilita’ di tagliare le tasse alle industrie, adeguare salari e pensioni all’inflazione, assumere personale nei posti pubblici in maniera soddisfacente, costruire nuovi nosocomi, autostrade in Calabria, Puglia, Molise, Sicilia, Basilicata; ancora migliorare le scuole, le universita’, donare farmaci gratis ai bisognosi, fare una manutenzione costante ad acquedotti, fognature, dotare di aereoporti, ferrovie, porti, le realta’ urbane minori site peculiarmente al sud, in una spirale di scarsa crescita complessiva che avvolge l’intera Italia.

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