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Juve e Suarez: come Agnelli pilota l’universita’ con la sua ministra.

Dic 11 2020

Juve e Suarez: come Agnelli pilota l’universita’ con la sua ministra.

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TORINO, CASA AGNELLI PERDE LA LANA MA NON IL VIZIO: ESAMI FARSA PER IL CALCIATORE SUAREZ

di Raffaele Vescera*
Una tipica commediola all’italiana, costata l’indagine per falso e la sospensione cautelare di rettore, professori e dirigenti dell’Università per stranieri di Perugia, accusati di aver barato sull’esame di italiano del calciatore uruguaiano Luis Alberto Suarez, voluto dalla Juventus, che per giocare necessitava ottenesse la cittadinanza italiana, di qui l’esame di lingua. Un esame farsa manipolato dalla stessa società calcistica torinese allo scopo di garantirsi la promozione dell’esaminando, grazie al clandestino passaggio anticipato di domande e risposte fornite al calciatore da parte della stessa commissione esaminatrice. Secondo i giudici, alla faccenda si interessò anche la ministra De Micheli che avrebbe ricevuto una telefonata dal dirigente juventino Paratici per interessarsi alla questione. Una ministra che nelle opere pubbliche solitamente esclude il Sud per favorire i potentati del Nord.

Una storiella di cui non varrebbe la pena occuparsi, se non fosse che a manovrarla vi fosse il potente impero finanziario, industriale, mediatico e calcistico della famiglia Agnelli. La stessa famiglia abituata a vincere facile nella produzione di automobili, grazie agli ingenti finanziamenti pubblici, sottratti a più meritori bisogni dei cittadini. Basti dire che l’industria capitanata dagli Agnelli ha assorbito l’1% del Pil nazionale, laddove l’intero Sud composto da 20 milioni di abitanti, negli anni della Cassa per il Mezzogiorno, riceveva dallo Stato solo lo 0,5% del Pil. E poi, nella vulgata italiota, il Sud, cui viene negato ogni diritto, sarebbe assistito dallo Stato mentre il Nord, abbondantemente nutrito anche con i fondi spettanti al Mezzogiorno, sarebbe intraprendente produttore di ricchezza nazionale.

Una vulgata favorita dalla narrazione interessata da parte dei maggiori quotidiani nazionali, facenti capo alla stessa famiglia, in grado di comprare le migliori penne italiane, giornalisti e intellettuali che hanno alimentato la favola dell’aplomb sabaudo, fatto di correttezza civile e serietà professionale, al contrario di quei “pulcinella” del Sud, dipinti come imbroglioni, truffaldini e scansafatiche. Ma tant’è, una bugia detta cento volte diventa verità, e questa bugia, ripetuta un milione di volte da 160 anni in qua, è divenuta virtuale realtà.

La stessa società calcistica di proprietà degli Agnelli, condannata qualche anno fa per aver truccato il campionato di calcio comprando e ricattando arbitri, propagandata per la serietà del suo ambiente, che avrebbe “salvato” Maradona, ove il povero Diego avesse accettato di vendersi in cambio di una montagna di soldi che il campione del Napoli ha elegantemente rifiutato, si ripresenta ora con questa truffaldina operazione di accaparramento di campioni. Che dire, il vizietto di famiglia di spadroneggiare e calpestare ogni regola, pur di vincere, persiste negli anni, ma sotto accusa sono i vizi degli altri, di quei meridionali che devono arrabattarsi con pochi capitali per sostenere le difficili guerre finanziare e sportive contro i potenti del Nord.
*Direttivo nazionale M24A-ET

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