Pino Aprile contrattacca il Veneto
CHI SI OFFENDE È FETENTE esordisce l’editorialista nell’iper seguito gruppo Facebook del Movimento Equita’ Territoriale, dall’alto dei propri oltre 200000 iscritti.
di Antonio Picariello e Francesco Paolo Tondo
I leghisti si offendono. I meridionalisti all’acqua di rose, dal lato opposto, propongono improbabili analisi e critiche cinematografiche per non prendere posizione. La fiction televisiva “La Sposa”, invece, noi, letta la trama, abbiamo provato a giudicarla dal lato anticonvenzionale. Quello dell’informazione e non già quello artistico. Se la si considera dal punto di vista cinematografico, infatti, la produzione è molto ben fatta. Bravi tutti: regia, cast e sceneggiatura. Ma la fiction, al giorno d’oggi, fa molta più informazione dei telegiornali, perché molto più seguita specialmente da un pubblico -mi si lasci passare il termine- “poco critico”.
Del resto i dati della prima puntata di domenica scorsa -share al 26% e oltre 6 milioni di telespettatori- ne confermano il successo. Ma alla fine della storia quello che conta è il giudizio che se ne trae. Perché se è vero com’è vero che nella produzione si narra di fatti realmente accaduti (come tante altre storie simili nel Sud di quel periodo e contesto storico), è altrettanto innegabile che il messaggio veicolato, per quanto storico, si riflette sul presente degli spettatori con il rischio, per i “meno critici”, di generalizzare e contestualizzare, tralasciando una differenza sostanziale con la realtà odierna: mentre la pratica dei matrimoni combinati al Sud è sparita da decenni, il razzismo antimeridionale, che negli anni ’60 poteva -forse già a torto- essere ancora considerato retaggio coloniale, è ora diventato politica di stato (vedi Pnrr solo come ultimo di decenni di esempi documentabili). Ecco perché la nostra domanda, riportata in un post di qualche giorno fa -e che ha suscitato commenti contrastanti-, rimane la stessa: possibile che per la televisione pubblica, con i nostri soldi, non ci sia verso di parlare del Sud di oggi? Una domanda, dunque, che non vuol essere un’invettiva contro la fiction, bensì contro una televisione “pubblica” che “concede” sempre meno spazio al Mezzogiorno e quando lo fa, esso viene costantemente denigrato ed umiliato sia nell’informazione che nelle produzioni. E le eccezioni sono rare e altrettanto criticate (vedi Alberto Angela). https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/
Perché, allora, non si produce una fiction sull’emigrazione odierna dei giovani meridionali a nord e nel mondo, costretti dalla politica italiana filo nordica a lasciare casa e famiglia per trovare lavoro e garantirsi un futuro? Perché si lasciano nell’oblio storie di eccellenze meridionali, non ultima Gelesis, mentre ci si cimenta sempre con il nord imprenditoriale del passato? O se proprio vogliamo parlare di storia, perché non rivisitare lo splendido “Le 4 giornate di Napoli” di Nanni Loy o “Li chiamarono Briganti” di Pasquale Squitieri? O ancora produrre il remake dello sceneggiato (oggi si chiamerebbe serie) “L’eredità della Priora” andato in onda su rai 1 nel 1980 e tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Alianello?
Forse perché nel primo caso si farebbe torto a Milano -che per la cronaca fu liberata, e non si liberò da sola, solo il 25 aprile di due anni dopo che, guarda un po’ il caso, è anche la data che si celebra- mentre nel secondo e nel terzo si scoperchierebbe il vaso di Pandora? https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/
Ad ogni modo il fatto ultimo che trasecola riguarda l’interessamento di Amazon nelle vesti di Jeff Bezos, a Napoli come esemble di potenzialita’ che spaziano dal calcio con i suoi introiti, la capacita’ produttiva artigianale, l’andamento demografico che vede un alto tasso di filiazione binariamente a quello altrettanto grande di immigrazione; inoltre Napoli esprime il maggior popolamento europeo per metro quadro per cui e’ un panorama commercialmente allettante. Cio’ nonostante oggi Napoli. per decreto dell’esecutivo Draghi e’ posta in una congiuntura di Fiscal Compact causata da debiti per 5 miliardi che si declinano in 5000€ a testa di esborso per ogni cittadino. Debito facilmente ammortabile senza intaccare risorse economiche personali od aziendali giacche’ Napoli risulta la prima citta’ italiana per quantita’ di ordini Nutella nonche’ sede di un macrodeposito Amazon.
Sempre per la cronaca, nel 1999 -in piena epoca Lega Nord per l’indipendenza della Padania- il film di Squitieri fu boicottato e censurato ancor prima di uscire nelle sale cinematografiche. Eravamo all’alba del regime odierno!
Ecco questa è in sintesi la nostra protesta contro il servizio pubblico e non contro la fiction. A prendere fischi per fiaschi non siamo certo stati noi!
*M24A ET – Direttivo Nazionale.
Napoli purtroppo, ad onta della ostinazione delle parte mirabile di imprenditoria e professionisti, fronteggia il pagamento della esosa tassa dei rifiuti del 70% dei cittadini mentre le multe soggiaciono a percentuali di pagamento inferiori al 60%: ecco la cagione che il Fiscal Compact per Napoli sarebbe letale per imprese e professionisti. A cio’ si deve aggiungere che i portavoce dei cittadini indigenti della capitale del sud hanno asserito che l’abrogazione del reddito di cittadinanza comporterebbe una guerra civile. Tuttavia la competizione sleale tra reddito di cittadinanza, scarsita’ di infrastrutture ed austerita’ costituisce una letale tagliola al sistema produttivo meridionale che gia’ annaspa. https://www.francescopaolotondo.com/prodotto/23466/https://www.francescopaolotondo.com/prodotto/23466/