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Veneto: ecco la Terra dei fuochi

Ott 17 2022

Veneto: ecco la Terra dei fuochi

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La Regione Veneto replica alle mamme NO PFAS di aver adottato “approccio di massima tutela” ma la stessa regione ha tenuto segreto per 4 anni i dati sulla contaminazione alimentare da sostanze perfluoroalchilidiche, micidiali sostanze velenose sversate da decenni nelle falde acquifere usate in agricoltura e allevamento, delle province di Vicenza, Padova e Verona.

Gli alimenti prodotti nella zona rossa presentano un livello di inquinanti velenosi elevato e la Regione Veneto non ha messo in atto finora azioni concrete per tutelare la popolazione non solo locale ma anche nazionale per mancanza di analisi su produzioni molto diffuse come spinaci e radicchio, kiwi, meloni, angurie, cereali, soia e mele. (ilfattoquotidiano.it)

Vale la pena ricordare come la mancanza di controlli fece 23 vittime nel 1986 oltre a provocare cecità e lesioni gravi a decine di persone quando in modo criminale il vino veneto venne sofisticato con il metanolo. E a proposito di corsi e ricorsi storici con i dovuti distinguo, è stata recentemente bocciata in Consiglio Regionale sempre del Veneto la proposta di uno studio sull’impatto ambientale e sulla salute provocato dalla monocoltura del Prosecco (una coltivazione in cui si fa largo ricorso ai pesticidi). (glistatigenerali.com)

D’altra parte la Terra dei Fuochi è conosciuta come quell’area dell’Italia meridionale tra le province di Caserta e Napoli in cui sono stati interrati rifiuti tossici e speciali oltre ad esistere numerose discariche abusive; però raramente si parla della Terra dei Fuochi presente in val padana nel Veneto dove 580 siti sono contaminati da materiale inerte in cui rifiuti inquinanti (è stata riscontrata la presenza di fibre di amianto) venivano miscelati con calce, liganti e cemento che nel tempo sono rilasciati nell’ambiente. Sono ad esempio il Passante di Mestre, la terza corsia Ve-Ts, svincoli autostradali, molo B porto Marghera, officine aeronavali, il nuovo Ospedale di Mestre. Anche alcuni parchi frequentati da numerosi cittadini come Il parco San Giuliano di Mestre e Parco di via Porara a Mirano (Ve) o anche il sito ex Tricom di Tezze sul Brenta (Vi), il più grave caso di contaminazione da cromo esavalente d’Europa.

Un problema ben rappresentato nell’ultimo rapporto della Commissione Parlamentare sulle Ecomafie (è stato di 14,1 miliardi il business delle Ecomafie nel 2017, + 9,4% rispetto al 2016), maglia nera delle regioni del Nord, superata (in negativo) anche la Lombardia.

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